LMD - Appunti

I valori e il rimosso

L'attacco di Nietzsche alla metafisica occidentale parte dal presupposto che i valori imposti da Platone e dal Cristianesimo (umiltà, virtù, modestia, rinuncia, ascesi, svalutazione del presente, dell'apparente, della materia, del corpo, insomma: negazione della vita) riflettano le condizioni materiali dei deboli, degli oppressi, degli sconfitti, dei malriusciti (come li chiama lui). Si tratta di una sorta di meccanismo di difesa: esaltando questi valori, negando il mondo, i deboli rendono sopportabile la loro sofferenza. Insomma: l'aldilà come invenzione per calunniare un po' meglio l'aldiqua.

In realtà tende a verificarsi molto più frequentemente un fenomeno psicologico opposto: i valori tendono a rappresentare e sovracompensare il rimosso di chi li esalta, più che la sua condizione materiale. Quello che si odia invece rappresenta la propria ombra proiettata verso l'esterno.

Dubbio: che siano in realtà le filosofie che inneggiano alla vita, alla gioia, alla materia, alla potenza e al desiderio ad essere filosofie da moribondi?

Meta-organizzazione del dibattito

Tutte le macchine mediatiche organizzano dibattiti, meta-dibattiti, attivismi e in-attivismi. Stabiliscono una gerarchia, un ordine di priorità. L'organizzazione del dibattito è essa stessa parte del dibattito, come sua condizione di possibilità. Non ci sono dibattiti in astratto.

Pubblicando un articolo, un documentario o un libro, un catalogo, operando quindi una selezione tra cosa è degno di essere messo in rilievo e cosa no, creano il trend, l'atmosfera, il di-cosa-ti-devi-(pre)-occupare-adesso, il per-cosa-devi-scendere-in-piazza-o-stare-sul-divano-davanti-ad-uno-schermo-a-(non) -meditare-ora. Il mettere-in-vetrina pressuppone il possedere-il-negozio.

(esempio: l'editore NOT pubblicando la traduzione italiana di Inventare il futuro non dà semplici consigli di lettura, ma crea le condizioni di possibilità del dibattito e del meta-dibattito. Come sarebbe possibile ripetere in modo acritico PRETENDI LA PIENA AUTOMAZIONE, come fa oggi praticamente chiunque negli ambienti filo-accelerazionisti, se nessuno avesse dato rilievo a quel testo?)

Anche la critica e la satira sono parte attiva di questo carrozzone, perché ridendo-di-X o attaccando-X contribuiscono a rinsaldare l'idea che X sia il polo gravitazionale attorno a cui ruotare.

Ma c'è di più rispetto alla necessità del macchinario di alimentarsi per sopravvivere (vendendo dati, oggetti o spazi pubblicitari) o il fatto che questa necessità non coincida col bisogno del fruitore di essere informato o aggiornato in merito all'attualità (o meglio: la costruzione del bisogno di informazione è parte integrante del suddetto macchinario). Oltre allo spettacolo, oltre al simulacro, cosa rimane fuori? A chi non viene data voce oltre a chi non passa la selezione mediatica? Cosa tralascio quando mi faccio catturare dal macchinario? Cosa metto da parte? Quali progettualità sconvolge un ri-assetto dell'ordine mediatico? Entro quale misura si può contrastare il funzionamento del macchinario?

Boicottare individualmente social/streaming/giornali/radio/tv non è abbastanza efficace dal momento in cui si è inseriti in una rete di rapporti non c'è una direzione collettiva univoca e l'informazione trova sempre qualche poro entro cui infiltrarsi... magari Netflix non lo guardi tu, ma tua sorella o il tuo collega sì.

Congetture sull'origine del patriarcato

Nessuno studio che teorizza l'esistenza di una società orizzontale originaria modellata sul femminile riesce a spiegare in modo convincente come sia avvenuto il passaggio da questa società alla società patriarcale.

L'idea che il passaggio sia avvenuto con la scoperta della funzione dello sperma (l'uomo capisce che è parte attiva nel processo riproduttivo) non tiene conto del fatto che nelle società matriarcali contemporanee la funzione dello sperma è conosciuta, ma si continua a dare poca importanza alla figura del padre.

Se i capi si fossero imposti con la forza, sarebbe stato troppo facile ucciderli o mandarli via. Avrebbero dovuto passare la vita nel terrore, guardandosi le spalle.

Se si fossero imposti con l'inganno, come è possibile che sistematicamente non se ne sia accorto nessuno in nessuna parte del mondo?

CONGETTURA: Le gerarchie sono emerse dal basso.

I capi non si sono imposti: sono stati eletti.

La base della piramide sostiene il vertice. Il vertice non può schiacciare la base: non è abbastanza pesante.

Il capo riceve i privilegi in cambio della responsabilità di organizzare la società. E' anche il primo a fare una brutta fine se va storto qualcosa.

Non c'è stato nessun inganno, nessun lavaggio del cervello.

Il progresso tecnologico non basta a spiegare la divisione della società per genere e per classe.

Le gerarchie sono emerse dal desiderio di essere comandati in condizioni ostili. Chi sta in basso aliena sé stesso nella figura del leader carismatico in cambio dell'illusione della sicurezza. Il desiderio di trascendenza e di alienazione nasce dalla necessità di dover sopportare condizioni ambientali difficili.

In realtà il capo dipende dagli altri tanto quanto gli altri dipendono da lui. La dipendenza è sempre co-dipendenza.

CONGETTURA: I capetti sono sempre esistiti.

I capetti non vanno confusi con i capi. Possono esistere capetti anche in una società orizzontale. La differenza tra il capetto e il capo assoluto è che il primo non viene riconosciuto formalmente e non ha privilegi materiali. L'orizzontalità non implica l'uguaglianza assoluta (che non può esistere perché ogni persona è diversa). E' per questo che in un modo o nell'altro i capetti saltano sempre fuori, anche con le migliori intenzioni di partenza.

Il patriarcato non può essere apparso concettualmente dal matriarcato, se li intendiamo come mutualmente esclusivi e sequenziali. Altrimenti il matriarcato sarebbe solo una proiezione del paradiso nella preistoria. O il Giardino dell'Eden con un altro nome. L'albero e il rizoma come modelli compenetranti, in opposizione al dualismo orizzontale/verticale, sono più efficaci a comprendere le dinamiche del potere. Dovevano esistere gerarchie latenti anche prima che i capi venissero eletti.

L'idea che gli uomini abbiano assimilato il concetto di gerarchia osservando gli animali poggia su una proiezione della figura dell'etologo nella preistoria. Gli studi di etologia che teorizzano branchi di animali capeggiati dal maschio alpha sono proiezioni del patriarcato sulla natura. Insomma: ragionamento circolare. Ma quando David Mech confuta da solo il suo precedente studio sui lupi (che ha contribuito a rendere celebre l'espressione maschio alpha) dice una cosa interessante: la struttura gerarchica non si osserva nei lupi allo stato brado, ma solo in condizioni ostili create artificialmente.

Non esiste un bisogno innato di primeggiare sugli altri. La competizione emerge da un ambiente ostile. Si sceglie come capo la persona più adatta, per avere l'illusione di essere protetti e al sicuro.

Alcuni capetti potrebbero essere stati eletti capi assoluti quando si sono presentate certe condizioni ambientali (clima, scarsità di risorse, aumento della popolazione) e la necessità di riorganizzare la società attorno a queste condizioni materiali.

CONGETTURA: Le donne e gli uomini hanno partecipato in modo attivo alla creazione della loro stessa condizione di oppressione.

La concezione della società come permeata da un conflitto dicotomico è un'invenzione dei movimenti rivoluzionari della modernità (marxismo, femminismo, anarchismo). Riflettere sulle società patriarcali antiche (come quella greca) come se fosse sempre esistito un Noi opposto ad un Loro diventa fuorviante. Si interpreta il passato con categorie moderne.

Nella fattispecie: non si è sempre data tutta questa importanza al sesso, al genere, ai rapporti di coppia. Il sesso non ha sempre avuto un ruolo primario nella costruzione dell'identità. Non c'è sempre stato un Noi Donne all'interno del patriarcato. A dire: le donne non si sono sempre pensate come Uno. L'idea di una sorellanza tra oppresse l'ha portata il femminismo. Forse è la fratellanza cristiana trasposta al femminile (sono le suore a chiamarsi tra loro sorella).

Il patriarcato crea gerarchie non solo tra uomo e donna, ma anche tra uomo e uomo, tra donna e donna, e paradossalmente a volte anche tra donna e uomo! Una persona non è solo il suo sesso, ma anche e soprattutto la sua posizione (status) all'interno di queste gerarchie. L'unità è una cosa che si inventano gli oppressi per rendere sopportabile la loro condizione. La verità è che il sistema è tenuto in piedi da millenni praticamente da chiunque. Come potrebbe andare avanti la competizione tra maschi se dall'altra parte non arrivasse un qualche stimolo a continuare? Se metà della popolazione mondiale non lo volesse veramente, come farebbe il sistema a reggersi in piedi?

E' il femminile che è oppresso ovunque, non la donna.

Territorio e progettualità

Oggi i guru del self-help e i manager parlano spesso di zona di comfort (o comfort-zone). La zona di comfort è il territorio in cui esiste (per noi) un sistema di segni e riferimenti che ci fa sentire a nostro agio. Uscire dalla zona di comfort può essere inteso come movimento di deterritorializzazione.

Un movimento di deterritorializzazione implica uno sconvolgimento della progettualità associata al sistema di segni che viene di volta in volta sradicato.

Esempio: cambiamento all'interno della sfera lavorativa/abitativa/relazionale => viene o passa la voglia di fare questo o quello (scrivere, disegnare, costruire, arredare, viaggiare, ecc...).

È una condizione insostenibile in modo permanente: il bisogno di ordine (da non confondere con quello di identità) non può venire dalla cultura, perché quello che intendiamo per cultura non è altro che un sistema di segni e riferimenti, cioè un tentativo di mettere ordine nel mondo. Sarebbe come dire che la cultura è un bisogno culturale, il che implicherebbe una circolarità. Il bisogno di armonia deve essere preesistente.

Oggi viene fatta passare l'idea assurda che sia sbagliato cercare tranquillità, volere il divano, il salotto. Ma come mai quando usciamo da una zona di comfort finiamo sempre per ricrearci una qualche altra zona di comfort? Come mai una deterritorializzazione implica sempre una riterritorializzazione?

È quello che fanno finta di non vedere i detrattori di Deleuze quando tentano di farlo passare per un apologeta (più o meno indiretto) del neoliberismo, della flessibilità, del nomadismo inteso come vita precaria (vedi Rehmann ne I nietzscheani di sinistra). In realtà anche i nomadi hanno le loro routine e i loro segni. L'opposizione nomos/polis non sottende un giudizio morale del tipo buono/cattivo. Piuttosto sta a dire: c'è anche altro.

Ecco: i progetti hanno una dimensione materiale e territoriale anche quando sono o rimangono solo delle fantasticherie. Per fantasticare ci vogliono stabilità e condizioni adeguate. Altrimenti le fantasticherie non partono.

Cambiare abitudini implica il mettere sul piatto molto più dell'abitudine in sé. Per questo è difficile.

Contorno e soggettività

Disegnare un personaggio con una linea di contorno marcata (tra la pelle, i vestiti e l'ambiente) rimarca l'illusione di una soggettività, di una separazione soggetto/mondo.

Nella realtà il contorno non esiste. Le persone, gli oggetti e gli ambienti si compenetrano. Anzi: non ci sono persone, oggetti e ambienti. C'è una molteplicità di flussi interconnessi.

Il femminismo è per tutti, la complessità è per pochi

Nei libri di bell hooks il concetto di patriarcato è usato a caso come forza magica per semplificare fenomeni che lei stessa fa fatica a comprendere, e questo la porta a conclusioni fuorvianti. Lei chiama patriarcato qualsiasi fenomeno oppressivo esistente nella società, svincolandolo dalla sua collocazione storica e materiale. Usa la retorica della chiarezza e della semplicità per fare discorsi approssimativi e ricostruzioni campate in aria.

Possiamo dire che in Occidente tutte le società esistite dall'antica Grecia a noi sono patriarcali. Ma il modo in cui vengono vissuti il sesso e l'amore cambia dal mondo classico al medioevo alla modernità, e a sua volta all'interno di queste macro-epoche.

Raffigurazioni di atti sessuali sono esistite in tutte le epoche, ma quello che intendiamo per pornografia non è esistito prima di metà dell'Ottocento. La fissa per il sesso e la pornografia l'ha creata l'ambiente disciplinare nel periodo vittoriano. Un qualsiasi uomo vissuto in Grecia o nella Roma pre-cristiana non avrebbe mai capito perché certe persone passano la vita a rincorrere la figa, o a farsi le seghe davanti a delle immagini. Quello è il modo moderno di vivere il sesso. La competizione per la donna è limitata dove non esiste l'illusione della mobilità sociale, perché nessuno deve mettere continuamente in discussione il proprio valore.

Le sue critiche alla pornografia e alla masturbazione sono riproposizioni dei valori cristiani camuffati da denuncia sociale. È il prete che ti dice che non ti devi fare le seghe perché è poco soddisfacente, ma devi cercare l'amore, l'empatia, la connessione. Svaluta la materia in favore dell'idea. Nel momento in cui identifico il sesso e la pornografia come il Male, contrapposti all'amore come il Bene, sto creando una morale (o anche: una devianza contrapposta ad una norma).

Se vado a dire ad una pornostar che col suo lavoro rinsalda valori patriarcali, che non ha bisogno dell'approvazione dei maschi, che deve cercare l'amore, con questo stesso discorso sto creando una struttura gerarchica, le sto mettendo i piedi in testa, le sto dicendo che deve fare quello che voglio io. Riproduco in piccolo quelle dinamiche oppressive che a parole dico di voler combattere. Ti dipingo come sofferente per rifarmi su di te. Ti rovino la felicità.

La letteratura, la poesia, il teatro, il cinema, il cantautorato danno tanti esempi di uomini che mostrano il loro lato sensibile e vulnerabile. Il maschio virile è solo un modello, ma nella realtà c'è anche altro. Il patriarcato non ha mai represso le emozioni maschili, le ha sempre relegate a determinati spazi.

Gli uomini e le donne introiettano i valori dominanti senza saperlo. Non è che a scuola ti spiegano che la teoria darwiniana della selezione sessuale è una proiezione del corteggiamento borghese sulla natura. Vieni bombardato con l'idea che il maschio alpha se le scopa tutte, che in natura funziona così, e ti convinci che se non te le scopi tutte (perché non vuoi o non ci riesci) non vali nulla, non sei adatto a sopravvivere.

Non c'è nessun complotto, nessun voler nascondere a se stessi che il patriarcato opprime tutti. Nessuno si rende conto di nulla.

Uomini (e donne) del Sottosuolo

Non bisogna confondere il patriarcato con gli uomini, il maschile con i maschi. Quello che caratterizza le società patriarcali è la gerarchia, non il fatto che ci sia un uomo in cima. Tutti gli imperi, i governi, le aziende, le famiglie con a capo una donna non sono certo più matriarcali dei corrispettivi maschili. Anche una donna può avere introiettato i valori maschili e comportarsi in modo autoritario e prevaricatore. Il matriarcato non è l'opposto speculare del patriarcato. Archè vuol dire anche origine, oltre che a governo.

Questi fraintendimenti sono all'origine (e anche al governo) di quei confronti tra pesi massimi del pensiero contemporaneo sulla falsariga di:

  • “Gli uomini ecc...”
  • “Non tutti gli uomini ecc... “
  • “Oh, eccone un altro che Not All Men!”

... e a seguire parte un Grande Discorso da Bar fatto di luoghi comuni, visioni polarizzanti e dicotomie oppresso/oppressore già superate dalla letteratura femminista almeno da una quarantina d'anni (vedi il Manifesto Cyborg), che hanno l'effetto controproducente di allontanare le persone e alimentare rabbia e risentimento. I movimenti della manosphere sono nati proprio in risposta a queste visioni parziali, opponendo però altre visioni parziali ed estremizzate (donne approfittatrici, uomini divorziati che finiscono a vivere nei parcheggi...). Una spirale di odio che si auto-alimenta.

Esistono sia uomini che donne che sono o non sono affatto in contatto col proprio lato femminile. La violenza non viene da dentro alle persone, ma dalle strutture sociali, quindi il lavoro di rieducazione affettiva va fatto in modo collettivo, senza retorica della colpa o della responsabilità, gare a chi é più o meno privilegiatə, vittimismo e tutta una serie di facciate che malcelano la voglia di trovare qualcunə su cui rifarsi (come l'uomo del sottosuolo o il malriuscito nietzscheano in versione 2.0).

La figura dello stupratore non è vista di buon occhio nelle società patriarcali, perché lo stupratore è percepito come un vigliacco che se la prende con qualcunə più debole, proprio all'opposto del maschio forte, virile e sicuro di sé che viene glorificato da millenni. Per questo le violenze avvengono tra le mura domestiche o in spazi isolati: bisogna salvare prima di tutto la reputazione.

(ma anche qui é il concatenamento che crea il soggetto: quattro mura, una serratura, uno spazio appartato, la dipendenza economica e affettiva...)

Il patriarcato è pieno di contraddizioni: da un lato crea i presupposti per la violenza con l'istituzione della proprietà privata, dall'altro condanna il violento. Da un lato crea la figura della prostituta con l'istituzione della moneta e l'economia orientata allo scambio, dall'altro crea lo stigma sulla prostituzione e il doppio standard sulla sessualità.

Magari cerchiamo di capire un po' meglio cos'è e come funziona, invece di cercare qualcunə contro cui puntare il dito.

Presupposti ideologici della ritrattistica

Il set fotografico creato per la ritrattistica, sia nel setup originale ottocentesco che in quello moderno (telo verde / nero sullo sfondo, luci e diffusori ai lati, camera frontale) crea l'illusione di un soggetto che fluttua in uno spazio astratto, separandolo dai concatenamenti in cui é inserito, rispecchiando quelle filosofie che occultano il contesto storico per cammuffare i rapporti di forza latenti.

Dating app

La macchina del dating online si appropria dell'esperienza dell'incontro. Devo darvi 9 euro a settimana per sapere chi mi ha messo il like. Vi approfittate di qualsiasi cosa. Vorrei una ragazza trans perché sa sempre come leggermi. La transessualità come linea che unisce gli opposti, come superamento e annichilimento del pensiero dialettico. La donna é dentro di te. Sono stanc_ di nascondermi dietro ad un avatar. Accetto anche di andare oltre al selfie come pratica narcisistica, se grazie a quelle foto posso incontrare qualcun_ (underscore tutt'altro che casuale). I filtri Snapchat per la pelle AI augumented. Rimozione del negativo. Il virtuale come proiezione del paradiso cristiano. Esperienza del sexting positiva, ma se il sesso si limita a quello diventa un videogioco. Sorelline: uscite di casa! Non vedo crossdresser fuori da reddit o dalle marce del pride. Eterotopia come forma di controllo. Relegare la devianza a spazi altri. La divisione porno-nonporno é un costrutto dell'era vittoriana. La trasgressione rimane inscritta nel solco di chi ha definito la norma. Contro Valentina Nappi: assurdo che non si possa vedere un porno su Rai Uno alle 4 del pomeriggio, ma se si potesse vedere sarebbe innocuo. Fino al medioevo la raffigurazione di atti sessuali era parte di un tutto. Il porno non ha niente di liberatorio: guardate indietro! Coesisteva con la schiavitù. Di nuovo: rimozione del negativo. Le performance degli attori sono sempre eccezionali. Mai nessuno a cui non si alza o che sborra dopo 30 secondi. Il porno come proiezione del paradiso. Un mondo dove non esiste il Male. AAA deleuzian_ cerca concatenamenti da sperimentare. Ci sono donne trans che mi leggono? Avrei voglia di farmelo dare in culo. Sovvertiamo i ruoli patriarcali. Non mi basta più la filosofia. La lotta di riconoscimento é la lotta del servo. Non esiste nella storia del signore. La validazione é una roba da sfigati. Non farti redpillare: Matrix é il film sulla matrice che la matrice stessa avrebbe potuto girare. Il frammento non é in antitesi con la totalità, poiché rimanda sempre a un Uno da ricomporre. Mi piace unire desiderio e meta-desiderio. Ripeto male cose già dette: non ho la forza di creare concetti. C'é qualche non-binary che mi legge? Lo 0 e l'1 nell'idea di Leibniz rappresentano l'atto di Dio che crea dal Nulla. Meno male che come travestit_ sono fig_. Il 90% delle sissy si vergogna a mostrare il viso, ma vi fa vedere il culo senza problemi. Paradosso del viso come zona intima. Immaginate questo flusso di coscienza finto-sconnesso su una base noise. Ho voglia di scopare. Mi sa che quei 9 euro mi tocca darveli...

Contiene inserzioni uretrali

Plug per il pene. Superamento della dicotomia penetrante/penetrato. Il complemento ideale per il plug anale.

Quello che alla sissy cliché non riesce con la chastity cage: trasformare il pene e l'ano in una vagina. Non funziona. La stimolazione clitoridea dà un piacere a cui il glande lockato stimolato col vibratore non si avvicina neanche lontanamente.

La concezione funzionalista del corpo presuppone un disegno divino, un creatore che fa le cose per uno scopo preciso. Ma la clitoride non é fatta appositamente per il piacere. Più corretto dire che dà piacere se stimolata.

La valenza simbolica dell'impedire fisicamente l'erezione si traduce in una critica al patriarcato vagamente misandrica e moralista, in cui il fallo eretto incarna il Male e pertanto va annichilito. Il plug per il pene supera questo limite, nella misura in cui permette contemporaneamente l'erezione e la penetrazione del fallo eretto. Maschile e femminile risplendono, si fondono e si annullano.

Una volta fatta l'abitudine si riesce a godere anche di quella sensazione di bruciore che si avverte quando si emettono sperma o urina immediatamente dopo la penetrazione.