Tosature caosmiche

Ogni volta che il custode del parco tosa l'erba lo fa in modo diverso, creando nuovi sentieri tra i campi, nuove aperture, nuove linee di fuga. Così facendo crea nuovi modi di abitare e vivere il territorio.

Ad ogni tosatura si schiude un universo incorporeo di possibilità. Per ogni parco ci sono virtualmente infiniti parchi, ma per via dei limiti fisici (forza, tempo e risorse) solo un numero finito è trasportabile sul piano territoriale.

L'attività di tosatura come fuoco di creazione autopoietica, come vettore di deterritorializzazione. Il tosaerba come macchina-tecnica, come snodo di compenetrazione tra piani di immanenza che spalma sul territorio esistenziale uno tra gli infiniti possibili parchi virtuali.

L'attività di tosatura come allegoria scelta tra un'infinità di possibili, per andare oltre il concetto di arte come stratificazione, come serie circoscritta di attività (le arti) in mano ad un gruppo elitario di persone (artisti), delimitata da uno spazio (museo, ma anche concerto, teatro...) e da un luogo di sapere (accademia). La provocazione iniziata con i ready-made non ha mai scalfito realmente l'istituzione museale, ma si è limitata a creare nuove fasce di consumatori, che pagano il biglietto per vedere cose diverse dai quadri, lasciando intatta l'illusione di uno spazio sociale creativo ben definito. Ma anche quando l'opera è esposta fuori dal museo, in una piazza o in centro rimane una circoscrizione territoriale, di un inizio ed una fine spaziale. L'opera inizia qui, finisce lì.

Cos'è arte e cosa no? Chi è veramente artista e chi no? Sono domande da abbattere, perchè qualsiasi risposta ha il solo scopo di creare una morale, una gerarchia fittizia atta a nobilitare una serie di persone o attività a scapito di altre.

Ma perché il giardiniere, il barbiere, il falegname o il cuoco dovrebbero avere una marcia in meno rispetto al musicista, al designer o all'artista visivo, nel momento in cui ogni attività creatrice implica la schiusura di un universo incorporeo di possibili, di infinite deterritorializzazioni, la creazione di nuovi mondi e la ridefinizione di uno o più territori esistenziali?

Ci sono forze creatrici ovunque, oltre l'arte, dentro e fuori di noi.