Meta-organizzazione del dibattito
Tutte le macchine mediatiche organizzano dibattiti, meta-dibattiti, attivismi e in-attivismi. Stabiliscono una gerarchia, un ordine di priorità. L'organizzazione del dibattito è essa stessa parte del dibattito, come sua condizione di possibilità. Non ci sono dibattiti in astratto.
Pubblicando un articolo, un documentario o un libro, un catalogo, operando quindi una selezione tra cosa è degno di essere messo in rilievo e cosa no, creano il trend, l'atmosfera, il di-cosa-ti-devi-(pre)-occupare-adesso, il per-cosa-devi-scendere-in-piazza-o-stare-sul-divano-davanti-ad-uno-schermo-a-(non) -meditare-ora. Il mettere-in-vetrina pressuppone il possedere-il-negozio.
(esempio: l'editore NOT pubblicando la traduzione italiana di Inventare il futuro non dà semplici consigli di lettura, ma crea le condizioni di possibilità del dibattito e del meta-dibattito. Come sarebbe possibile ripetere in modo acritico PRETENDI LA PIENA AUTOMAZIONE, come fa oggi praticamente chiunque negli ambienti filo-accelerazionisti, se nessuno avesse dato rilievo a quel testo?)
Anche la critica e la satira sono parte attiva di questo carrozzone, perché ridendo-di-X o attaccando-X contribuiscono a rinsaldare l'idea che X sia il polo gravitazionale attorno a cui ruotare.
Ma c'è di più rispetto alla necessità del macchinario di alimentarsi per sopravvivere (vendendo dati, oggetti o spazi pubblicitari) o il fatto che questa necessità non coincida col bisogno del fruitore di essere informato o aggiornato in merito all'attualità (o meglio: la costruzione del bisogno di informazione è parte integrante del suddetto macchinario). Oltre allo spettacolo, oltre al simulacro, cosa rimane fuori? A chi non viene data voce oltre a chi non passa la selezione mediatica? Cosa tralascio quando mi faccio catturare dal macchinario? Cosa metto da parte? Quali progettualità sconvolge un ri-assetto dell'ordine mediatico? Entro quale misura si può contrastare il funzionamento del macchinario?
Boicottare individualmente social/streaming/giornali/radio/tv non è abbastanza efficace dal momento in cui si è inseriti in una rete di rapporti non c'è una direzione collettiva univoca e l'informazione trova sempre qualche poro entro cui infiltrarsi... magari Netflix non lo guardi tu, ma tua sorella o il tuo collega sì.