LMD - Appunti

Presupposti ideologici della ritrattistica

Il set fotografico creato per la ritrattistica, sia nel setup originale ottocentesco che in quello moderno (telo verde / nero sullo sfondo, luci e diffusori ai lati, camera frontale) crea l'illusione di un soggetto che fluttua in uno spazio astratto, separandolo dai concatenamenti in cui é inserito, rispecchiando quelle filosofie che occultano il contesto storico per cammuffare i rapporti di forza latenti.

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La macchina del dating online si appropria dell'esperienza dell'incontro. Devo darvi 9 euro a settimana per sapere chi mi ha messo il like. Vi approfittate di qualsiasi cosa. Vorrei una ragazza trans perché sa sempre come leggermi. La transessualità come linea che unisce gli opposti, come superamento e annichilimento del pensiero dialettico. La donna é dentro di te. Sono stanc_ di nascondermi dietro ad un avatar. Accetto anche di andare oltre al selfie come pratica narcisistica, se grazie a quelle foto posso incontrare qualcun_ (underscore tutt'altro che casuale). I filtri Snapchat per la pelle AI augumented. Rimozione del negativo. Il virtuale come proiezione del paradiso cristiano. Esperienza del sexting positiva, ma se il sesso si limita a quello diventa un videogioco. Sorelline: uscite di casa! Non vedo crossdresser fuori da reddit o dalle marce del pride. Eterotopia come forma di controllo. Relegare la devianza a spazi altri. La divisione porno-nonporno é un costrutto dell'era vittoriana. La trasgressione rimane inscritta nel solco di chi ha definito la norma. Contro Valentina Nappi: assurdo che non si possa vedere un porno su Rai Uno alle 4 del pomeriggio, ma se si potesse vedere sarebbe innocuo. Fino al medioevo la raffigurazione di atti sessuali era parte di un tutto. Il porno non ha niente di liberatorio: guardate indietro! Coesisteva con la schiavitù. Di nuovo: rimozione del negativo. Le performance degli attori sono sempre eccezionali. Mai nessuno a cui non si alza o che sborra dopo 30 secondi. Il porno come proiezione del paradiso. Un mondo dove non esiste il Male. AAA deleuzian_ cerca concatenamenti da sperimentare. Ci sono donne trans che mi leggono? Avrei voglia di farmelo dare in culo. Sovvertiamo i ruoli patriarcali. Non mi basta più la filosofia. La lotta di riconoscimento é la lotta del servo. Non esiste nella storia del signore. La validazione é una roba da sfigati. Non farti redpillare: Matrix é il film sulla matrice che la matrice stessa avrebbe potuto girare. Il frammento non é in antitesi con la totalità, poiché rimanda sempre a un Uno da ricomporre. Mi piace unire desiderio e meta-desiderio. Ripeto male cose già dette: non ho la forza di creare concetti. C'é qualche non-binary che mi legge? Lo 0 e l'1 nell'idea di Leibniz rappresentano l'atto di Dio che crea dal Nulla. Meno male che come travestit_ sono fig_. Il 90% delle sissy si vergogna a mostrare il viso, ma vi fa vedere il culo senza problemi. Paradosso del viso come zona intima. Immaginate questo flusso di coscienza finto-sconnesso su una base noise. Ho voglia di scopare. Mi sa che quei 9 euro mi tocca darveli...

Contiene inserzioni uretrali

Plug per il pene. Superamento della dicotomia penetrante/penetrato. Il complemento ideale per il plug anale. Anzi no! Meglio una sola passione che bruci più intensamente!

Quello che alla sissy cliché non riesce con la chastity cage: trasformare il pene e l'ano in una vagina. Non funziona. La stimolazione clitoridea dà un piacere a cui il glande lockato stimolato col vibratore non si avvicina neanche lontanamente.

La concezione funzionalista del corpo presuppone un disegno divino, un creatore che fa le cose per uno scopo preciso. Ma la clitoride non è fatta appositamente per il piacere. Più corretto dire che dà piacere se stimolata.

La valenza simbolica dell'impedire fisicamente l'erezione si traduce in una critica al patriarcato vagamente misandrica e moralista, in cui il fallo eretto incarna il Male e pertanto va annichilito. Il plug per il pene supera questo limite, nella misura in cui permette contemporaneamente l'erezione e la penetrazione del fallo eretto. Maschile e femminile risplendono, si fondono e si annullano.

A circa 30 centimetri di profondità le cose cominciano a farsi davvero intense! Un tesoro attende i più temerari!

Una volta fatta l'abitudine si riesce a godere anche di quella sensazione di bruciore che si avverte quando si emettono sperma o urina immediatamente dopo la penetrazione.

Crossdressing, omologazione e patriarcato

Se da una parte l'anonimato del commercio online rende facile sperimentare il travestitismo senza imbarazzo o stigma, da un'altra produce tutta una forma di omologazione dell'esperienza del travestirsi. È venuto a crearsi proprio un cliché della sissy con tacco alto, autoreggenti, gabbia e/o plug, parrucca, maglietta o intimo o reggiseno o niente. Sempre gli stessi colori, gli stessi pattern, le stesse fantasie. È una falsa differenza. Più che vestirsi da donna ci si veste da come-un-uomo-pensa-in-modo-stereotipato—il-corpo-femminile-sessualizzato. Già il vestirsi da matriarca sarebbe mille volte più sovversivo, per la sua carica simbolica. La sissy che cerca le attenzioni del daddy fa solo finta di smarcarsi dai ruoli di genere. Se li porta dietro. Li ripropone in maniera cammuffata. Il daddy é il padre-patriarca-padrone. La sissy é la donna passiva reinterpretata dall'uomo passivo. Anche l'immagine cliché della mistress che appoggia lo strap-on gigante a fianco del cazzo-clitoride nella chastity-cage simboleggia un rovesciamento ma anche un rimanere-dentro ai rapporti oppressore-oppresso. Non si va oltre i dualismi.

O forse é proprio l'anonimato del commercio a depotenziare, a favorire la limitazione all'interno delle mura il travestitismo, ai selfie da mettere su reddit per ottenere attenzioni-riconoscimento o reinviare a OnlyFans per monetizzare i flussi di libido, limitandone (neutralizzando) la carica sovversiva.

Anti-teoria della classe disagiata

La teoria della lotta di riconoscimento è debolissima perché è fondata sulla concezione del desiderio come mancanza. In realtà sia il soggetto che la comunità sono plasmati di volta in volta dai concatenamenti in cui essi si trovano inseriti. Il bisogno di riconoscimento è sempre storicizzato e orchestrato, ha sempre una sua temporalità e una sua forma predeterminata. Non esistono società dove non ci sia una qualche forma di riconoscimento (onore, rispetto, reputazione o status) ma il macchinario del riconoscimento si innesta e innesca dall'esterno. Non c'è niente di innato e universale.

Esempio: l'industria della vanity press è fondata sul bisogno narcisistico sentito dallo scrittore di colmare il gap tra la sua condizione e la sua immagine idealizzata (lo scarto tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere). Ma il soggetto-scrittore e la comunità-editoriale come si sono formate? Non sono le contingenze storiche e il sistema economico ad aver plasmato il sogno di pubblicare un romanzo, di essere riconosciuti da una conunità come scrittori?

Ventura rovescia la piramide di Maslow ma rimane imbrigliato in un'idea di riconoscimento come bisogno fondamentale da ottenere a tutti i costi. Non vede il macchinario, l'orchestrazione, il modo in cui l'illusione del bisogno-mancanza viene innescata. Attacca Deleuze e Guattari ripetendo i soliti luoghi comuni filo-hegeliani sulla teoria delle macchine desideranti come snodo centrale dello sviluppo della società dei consumi. Peccato perché è proprio una rilettura anti-edipica e anti-dialettica del disagio generazionale a svelarne i presupposti illusori latenti.

Ciò che causa infelicità e malessere non è tanto il fatto di non riuscire a realizzarsi, ma il credere nella finzione del bisogno di doversi realizzare a tutti i costi, cioè di ottenere riconoscimento in ambito professionale (ma non solo). Nessuno ha veramente bisogno di titoli o carriere, di un pubblico nutrito, di essere seguito o ammirato dalle masse. Si avverte questo bisogno perché non si vede cosa lo ha generato.

L'importante è che la volontà di potenza (intesa come atto di creazione) trovi un modo per fluire, che si inneschi un divenire, che si capisca che concepire il desiderio come bisogno-mancanza vuol dire in ultima analisi infliggersi l'esistenza.

Decostruzione del maschio alpha e della teoria redpill

L'usanza di attribuire un rango ai maschi di una specie utilizzando le lettere dell'alfabeto greco è molto recente. Si è diffusa nell'immaginario comune a partire dalla fine anni '70 grazie ad alcuni studi di etologia (non a caso, il periodo coincide più o meno con l'ascesa dell'ideologia neoliberale). In particolare lo studio sui lupi di David Mech e quello sugli scimpanzé di Frans de Waal.

Oggi sono proprio gli stessi autori citati a mettere in dubbio la naturalità di questi assunti.

In questo video è proprio lo stesso Mech a mettere in dubbio la naturalità dell'assetto gerarchico (alpha/beta), spiegando che non ha niente di naturale, ma si stabilisce quando il gruppo è soggetto a pressioni esterne (artificiali).

https://www.youtube.com/watch?v=tNtFgdwTsb

Le scienze biologiche sono piene di precetti ideologici. Hanno spesso funzionato da apparato concettuale in difesa dei rapporti di classe vigenti. Lo stesso Darwin, nonostante fosse di vedute socialiste (e un oppositore del darwinismo sociale), nella sua opera proietta (forse senza rendersene conto) sulla natura le dinamiche del capitalismo e del patriarcato. Ad esempio: ne L'origine dell'uomo e la selezione sessuale scrive che il fatto che le invenzioni più importanti della Storia siano opera di uomini (maschi) è dovuto alle loro caratteristiche fisiche, naturalizzando l'oppressione patriarcale. Anche la concezione della natura come competizione tra gli individui (survival of the fittest) o della preistoria come competizione tra villaggi (o tra membri di villaggi) è una proiezione del bellum omnium contra omnes hobbesiano e non trova particolare riscontro negli studi matriarcali moderni (il matriarcato pare sia l'assetto sociale originario, in cui non esistono proprietà privata, guerre, competizione...). Invece in questo passaggio de L'origine della specie, Darwin proietta sulle api il concetto utilitarista di massimizzazione del risultato col minimo dispendio energetico. In tutto il corso della sua opera, quando parla di competizione tra individui lo fa attingendo dal linguaggio e dai concetti della teoria economica borghese.

La teoria redpill (LMS) è sostanzialmente la teoria neoclassica dei consumi proiettata sui rapporti di coppia. Si porta quindi dietro tutti i suoi preconcetti fallaci: razionalità degli agenti economici, assenza di asimmetrie informative, astoricità e atemporalità del mercato... e ne aggiunge altri: teleologismo sessuale (il sesso in natura sarebbe finalizzato solo alla riproduzione, quindi le femmine scelgono gli alpha per garantire la salute della specie), naturale esistenza di un binarismo sessuale (maschio/femmina).

I discorsi dei redpillati rivelano la loro natura reazionaria quando condannano il Sessantotto come evento capovolgente, che avrebbe messo fine alla cosiddetta società tradizionale, dando potere alle donne e creando una disparità nel mercato delle relazioni. In realtà questa fantomatica società non è mai esistita. In tutte le società patriarcali dall'antica Grecia ad oggi esiste una disparità nell'accesso al sesso (sia gratuito che a pagamento) come riflesso della stratificazione sociale (divisione in classi). Il cosiddetto mercato sessuale esiste solo come costruzione recente ed è un riflesso del libero mercato capitalista. Non ha nessuna base naturale o biologica. Gli studi moderni di sociobiologia e di psicologia evoluzionistica sono, in linea esattamente speculare all'impianto teorico darwiniano (di cui rappresentano l'evoluzione), proiezioni del libero mercato e dell'utilitarismo sulle specie animali. Spesso vengono usati gli strumenti dell'economia neoclassica e della teoria dei giochi per spiegare fenomeni naturali, denotando una certa parzialità metodologica.

La figura paterna non è esistita per milioni di anni, perché non si conosceva la funzione dello sperma e non si poteva associare il sesso alla riproduzione. In realtà è un po' più complicato di così: in alcune società matriarcali la figura del padre è conosciuta, solo che per una serie di fattori (non esiste la proprietà privata, il padre non vive con la famiglia => esempio: pratica dello zouhun presso i Mosuo) non gli viene attribuita importanza.

Più che della mentalità patriarcale, la persona che ottiene rispetto e ammirazione perché ha successo con le donne è un prodotto della cultura liberale moderna. Nelle culture patriarcali premoderne la donna è vista al più come totem o trofeo, ma manca il binarismo successo/fallimento associato ai rapporti sessuali e sentimentali (la vita relazionale come proiezione attività imprenditoriale => ho tante relazioni perché valgo tanto => dipende tutto da me).

Ma come il libero mercato produce l'uomo sessualmente di successo (da notare: Don Giovanni, Casanova, Playboy, Donnaiolo, rimandano tutti a opere moderne), produce anche il suo complemento: lo sfigato.

Il rancore, la misoginia e la depressione dei redpillati non nascono dal fatto di non riuscire a scopare (volgarizzazione delle teorie freudiane), ma dal rimanere intrappolati nel binarismo colpa/merito individuale (esasperato oggi dall'ideologia neoliberale).

E colpa mia => depressione Colpa delle donne => risentimento

Non arrivano mai a mettere in dubbio l'idea che valga la pena esistere se non per scopare, l'idea che l'uomo sia al mondo solo per esaurire la funzione di riprodursi, la presunta naturalità del mercato degli accoppiamenti, che una persona possa trovare soddisfazione in qualcosa che vada oltre al sesso (rigorosamente etero). Per loro sono tutte idee immutabili, atemporali e universali.

In realtà l'idea che il sesso sia il bisogno più importante da soddisfare, che qualsiasi altra attività sia una sublimazione della pulsione sessuale si è innestata nell'immaginario comune prima grazie a Schopenhauer e a Freud (che ripropone i suoi discorsi in forma pseudoscientifica) e poi alla volgarizzazione delle loro teorie.

Non si è sempre data tutta questa importanza al fare o non fare sesso.


Altri spunti da sviluppare:

  • ingenuità delle analisi estetiche dei redpillati che si concentrano sulle ossa facciali => teoria della viseità, regime moderno e semiotica del viso => perché il viso pubblicitario deve filare liscio
  • commento a Houellebecq e alla retorica dell'odio per il 68
  • quando cominciano a comparire i perdenti e gli anti-eroi in letteratura e in filosofia?
  • cosa si può salvare della teoria LMS? => E' una teoria materialista dei rapporti, tutto sommato superiore alle teorie costruite su base psicologica... c'è effettivamente un mercato.
  • Il commento di Engels alla teoria darwiniana ne La dialettica della natura
  • Il commento di Lewontin alla teoria della selezione sessuale (proiezione del corteggiamento borghese) e al riduzionismo in Dawkins.
  • teoria di Trivers dell'investimento parentale => proiezione sulle specie animali dell'analisi costi-benefici e del concetto di massimizzazione dell'utilità
  • origine del mito della bellezza interiore => forse dal Simposio (Socrate è il brutto che si fa bello del proprio razionalismo)

Lo stadio di sviluppo delle forze produttive

In questa conferenza del 2017 Domenico Losurdo difendeva Marx e Engels dalle critiche di Latouche e liquidava la decrescita come ideologia reazionaria, cercando analogie con autori passati (Feuerbach, Schiller) che auspicavano un ritorno alla natura (in seguito a delusioni dovute a processi rivoluzionari terminati in modo inatteso):

https://invidious.copyriot.xyz/watch?v=J3YhV3dMh2o

Ma oggi ha ancora senso parlare di pieno sviluppo delle forze produttive?

Questo video sul canale di Bernardo Cumbo parla di un'azienda che usa stampanti 3D per produrre case low-cost fatte di fango e paglia:

https://invidious.copyriot.xyz/watch?v=AjgUaUltD0Q

Allo stadio attuale il progresso tecnologico permetterebbe già di togliere dalla miseria tutte le persone del mondo fornendo una casa, energia pulita, dando la possibilità di vivere in modo ecologico e senza dover vendere (alienare) la propria forza-lavoro.

Le motivazioni per cui questo non si sta realizzando sembrano più di tipo politico: una minoranza di ultra-miliardari continua a promuovere modelli insostenibili per non perdere i propri privilegi, la maggioranza della popolazione inconsapevole/indifferente in merito alla propria condizione di classe e a quella dell'ambiente (proprio perché ha introiettato i suddetti modelli), la mancanza di una forza politica di sinistra in grado di concretizzare un progetto di trasformazione sociale...

Sembra più che ad essere confutata sia stata quella visione messianica del progresso che vedeva il socialismo come punto di approdo storico fisiologico, poiché il capitalismo ad un certo punto sarebbe collassato sulle proprie contraddizioni. Finora il capitalismo ha sempre mostrato di sapersi riconfigurare e riadattare ai cambiamenti storici.

Meta-critica dell'individuo atomizzato

L'individuo atomizzato non è una base di partenza adatta a descrivere le dinamiche del consumismo. Il consumo di merci non è mai stato un fatto esclusivamente individuale: ha da sempre una dimensione sociale, oltreché simbolica.

Robinson Crusoe oggi non sarebbe un buon consumatore, poiché, vivendo isolato, non sentirebbe il bisogno di comprare cose inutili atte a simboleggiare uno status o uno stile di vita.

Le cosiddette robinsonate dell'economia borghese servono ad occultare i rapporti di forza, a cancellare il divenire storico. Non hanno mai avuto la pretesa di spiegare come funziona veramente il mercato.

Non si riesce a spiegare perché le persone facciano la fila per un iPhone, ma non per uno smartphone Huawei, limitandosi alle caratteristiche tecniche o a dettagli estetici.

Non esiste una prassi neoclassica del consumo associata alla relativa teoria.

Chi progetta un centro commerciale (o un portale di e-commerce come Amazon) non segue la teoria delle curve di indifferenza, ma gli studi di psicologia del consumatore. Sa benissimo che il consumatore è mosso e influenzato da forze irrazionali e che non ha mai informazioni complete su prezzi e alternative.

Soprattutto: oggi chi vende le cose ha assorbito la teoria della lotta di riconoscimento. E' in grado di creare e orchestrare il bisogno di essere riconosciuti, amati, accettati, il desiderio dell'Altro (che non ha niente di innato e universale, poiché ciò presupporrebbe una mancanza originaria da colmare).

Nessuno lavorerebbe gratis per le piattaforme, nessuno si stabilirebbe in agglomerati urbani invivibili (lasciando deserte le colline e le campagne) se non avvertisse il bisogno di socializzare, di sentirsi parte di un gruppo.

Il modo in cui le piattaforme commerciali centellinano il rilascio della dopamina (come premio per aver creato contenuti) è il modo in cui creano la mancanza nell'abbondanza, in cui orchestrano la dipendenza dell'utente dal bisogno di conferme degli altri.

(come faccia Zizek a dire che Deleuze sia il filosofo del tardo capitalismo rimane un mistero...)

Quei pensatori che oggi muovono una critica al consumismo da una prospettiva conservatrice (esempi italiani: Preve, Fusaro, Recalcati...) usano il modello robinsoniano come espediente per difendere istituzioni reazionarie (famiglia, scuola, Stato, identità di genere...). La solitudine è sempre da condannare. La comunità (in tutte le sue forme) ha sempre una valenza positiva. Guai a prendere anche solo lontanamente in considerazione l'idea che all'interno di una comunità possano esserci conflitti (o che la solitudine abbia tante sfumature e non debba essere per forza accompagnata da tristezza e senso di abbandono).

(RE: Recalcati => la figura del padre non aspetta certo il '68 e l'anti-Edipo per evaporare: già dal dopoguerra figure come l'allenatore, l'insegnante o il divo da idolatrare ricoprivano ruoli autoritari la cui importanza arrivava a mettere in ombra quella della figura paterna. In realtà padri permissivi sono sempre esistiti, ci sono tanti esempi in letteratura...)

Ma il punto è questo: non può esistere un piano globale per atomizzare le persone. Si incepperebbe il capitalismo.

Sulla rivolta delle macchine

Nel saggio Mutazione e Cyberpunk (Franco Berardi, 1992) c'è un paragrafo intitolato “La coscienza e l'automa”, dove viene esclusa la possibilità che una macchina possa acquisire coscienza di sé, poiché essa non ha una dimensione temporale, vive nel presente, non ha una percezione del proprio decadimento, della morte, della propria decomposizione, non ha bisogno di un senso, una direzione.

Bifo critica il riduzionismo cognitivista e riprende un discorso di Levy che distingue ricordo e recupero dell'informazione (un file salvato su disco non è un ricordo, non c'è un'analogia).

Nel 2023 si sente ancora parlare di rivolta delle macchine, di AI che acquisiscono coscienza di sé e si ribellano. Mai nessuno che si interroghi sui presupposti fallaci di questa narrazione, mai un'analisi critica, sempre e solo slogan vuoti e rimandi ad immaginari distopici che non si verificano mai.

Il primo Terminator veniva dal 2029 nel 1983. Ci avviciniamo temporalmente e continua a non succedere niente.

Dormite tranquilli.

Sborra e capitalismo

Concezione della fecondazione come gara tra spermatozoi => proiezione sulla sborra dell'idea liberista della vita come mercato in cui gli individui competono tra loro => scienze biologiche come apparato di difesa delle ideologie dominanti mediante naturalizzazione di pattern culturali