Decostruzione del maschio alpha e della teoria redpill

L'usanza di attribuire un rango ai maschi di una specie utilizzando le lettere dell'alfabeto greco è molto recente. Si è diffusa nell'immaginario comune a partire dalla fine anni '70 grazie ad alcuni studi di etologia (non a caso, il periodo coincide più o meno con l'ascesa dell'ideologia neoliberale). In particolare lo studio sui lupi di David Mech e quello sugli scimpanzé di Frans de Waal.

Oggi sono proprio gli stessi autori citati a mettere in dubbio la naturalità di questi assunti.

In questo video è proprio lo stesso Mech a mettere in dubbio la naturalità dell'assetto gerarchico (alpha/beta), spiegando che non ha niente di naturale, ma si stabilisce quando il gruppo è soggetto a pressioni esterne (artificiali).

https://www.youtube.com/watch?v=tNtFgdwTsb

Le scienze biologiche sono piene di precetti ideologici. Hanno spesso funzionato da apparato concettuale in difesa dei rapporti di classe vigenti. Lo stesso Darwin, nonostante fosse di vedute socialiste (e un oppositore del darwinismo sociale), nella sua opera proietta (forse senza rendersene conto) sulla natura le dinamiche del capitalismo e del patriarcato. Ad esempio: ne L'origine dell'uomo e la selezione sessuale scrive che il fatto che le invenzioni più importanti della Storia siano opera di uomini (maschi) è dovuto alle loro caratteristiche fisiche, naturalizzando l'oppressione patriarcale. Anche la concezione della natura come competizione tra gli individui (survival of the fittest) o della preistoria come competizione tra villaggi (o tra membri di villaggi) è una proiezione del bellum omnium contra omnes hobbesiano e non trova particolare riscontro negli studi matriarcali moderni (il matriarcato pare sia l'assetto sociale originario, in cui non esistono proprietà privata, guerre, competizione...). Invece in questo passaggio de L'origine della specie, Darwin proietta sulle api il concetto utilitarista di massimizzazione del risultato col minimo dispendio energetico. In tutto il corso della sua opera, quando parla di competizione tra individui lo fa attingendo dal linguaggio e dai concetti della teoria economica borghese.

La teoria redpill (LMS) è sostanzialmente la teoria neoclassica dei consumi proiettata sui rapporti di coppia. Si porta quindi dietro tutti i suoi preconcetti fallaci: razionalità degli agenti economici, assenza di asimmetrie informative, astoricità e atemporalità del mercato... e ne aggiunge altri: teleologismo sessuale (il sesso in natura sarebbe finalizzato solo alla riproduzione, quindi le femmine scelgono gli alpha per garantire la salute della specie), naturale esistenza di un binarismo sessuale (maschio/femmina).

I discorsi dei redpillati rivelano la loro natura reazionaria quando condannano il Sessantotto come evento capovolgente, che avrebbe messo fine alla cosiddetta società tradizionale, dando potere alle donne e creando una disparità nel mercato delle relazioni. In realtà questa fantomatica società non è mai esistita. In tutte le società patriarcali dall'antica Grecia ad oggi esiste una disparità nell'accesso al sesso (sia gratuito che a pagamento) come riflesso della stratificazione sociale (divisione in classi). Il cosiddetto mercato sessuale esiste solo come costruzione recente ed è un riflesso del libero mercato capitalista. Non ha nessuna base naturale o biologica. Gli studi moderni di sociobiologia e di psicologia evoluzionistica sono, in linea esattamente speculare all'impianto teorico darwiniano (di cui rappresentano l'evoluzione), proiezioni del libero mercato e dell'utilitarismo sulle specie animali. Spesso vengono usati gli strumenti dell'economia neoclassica e della teoria dei giochi per spiegare fenomeni naturali, denotando una certa parzialità metodologica.

La figura paterna non è esistita per milioni di anni, perché non si conosceva la funzione dello sperma e non si poteva associare il sesso alla riproduzione. In realtà è un po' più complicato di così: in alcune società matriarcali la figura del padre è conosciuta, solo che per una serie di fattori (non esiste la proprietà privata, il padre non vive con la famiglia => esempio: pratica dello zouhun presso i Mosuo) non gli viene attribuita importanza.

Più che della mentalità patriarcale, la persona che ottiene rispetto e ammirazione perché ha successo con le donne è un prodotto della cultura liberale moderna. Nelle culture patriarcali premoderne la donna è vista al più come totem o trofeo, ma manca il binarismo successo/fallimento associato ai rapporti sessuali e sentimentali (la vita relazionale come proiezione attività imprenditoriale => ho tante relazioni perché valgo tanto => dipende tutto da me).

Ma come il libero mercato produce l'uomo sessualmente di successo (da notare: Don Giovanni, Casanova, Playboy, Donnaiolo, rimandano tutti a opere moderne), produce anche il suo complemento: lo sfigato.

Il rancore, la misoginia e la depressione dei redpillati non nascono dal fatto di non riuscire a scopare (volgarizzazione delle teorie freudiane), ma dal rimanere intrappolati nel binarismo colpa/merito individuale (esasperato oggi dall'ideologia neoliberale).

E colpa mia => depressione Colpa delle donne => risentimento

Non arrivano mai a mettere in dubbio l'idea che valga la pena esistere se non per scopare, l'idea che l'uomo sia al mondo solo per esaurire la funzione di riprodursi, la presunta naturalità del mercato degli accoppiamenti, che una persona possa trovare soddisfazione in qualcosa che vada oltre al sesso (rigorosamente etero). Per loro sono tutte idee immutabili, atemporali e universali.

In realtà l'idea che il sesso sia il bisogno più importante da soddisfare, che qualsiasi altra attività sia una sublimazione della pulsione sessuale si è innestata nell'immaginario comune prima grazie a Schopenhauer e a Freud (che ripropone i suoi discorsi in forma pseudoscientifica) e poi alla volgarizzazione delle loro teorie.

Non si è sempre data tutta questa importanza al fare o non fare sesso.


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