Il femminismo è per tuttə, la complessità è per pochə
Nei libri di bell hooks il concetto di patriarcato è usato a caso come forza magica per semplificare fenomeni che lei stessa fa fatica a comprendere, e questo la porta a conclusioni fuorvianti. Lei chiama patriarcato qualsiasi fenomeno oppressivo esistente nella società, svincolandolo dalla sua collocazione storica e materiale. Usa la retorica della chiarezza e della semplicità per fare discorsi approssimativi e ricostruzioni campate in aria.
Possiamo dire che in Occidente tutte le società esistite dall'antica Grecia a noi sono patriarcali. Ma il modo in cui vengono vissuti il sesso e l'amore cambia dal mondo classico al medioevo alla modernità, e a sua volta all'interno di queste macro-epoche.
Raffigurazioni di atti sessuali sono esistite in tutte le epoche, ma quello che intendiamo per pornografia non è esistito prima di metà dell'Ottocento. La fissa per il sesso e la pornografia l'ha creata l'ambiente disciplinare nel periodo vittoriano. Un qualsiasi uomo vissuto in Grecia o nella Roma pre-cristiana non avrebbe mai capito perché certe persone passano la vita a rincorrere la figa, o a farsi le seghe davanti a delle immagini. Quello è il modo moderno di vivere il sesso. La competizione per la donna è limitata dove non esiste l'illusione della mobilità sociale, perché nessuno deve mettere continuamente in discussione il proprio valore.
Le sue critiche alla pornografia e alla masturbazione sono riproposizioni dei valori cristiani camuffati da denuncia sociale. È il prete che ti dice che non ti devi fare le seghe perché è poco soddisfacente, ma devi cercare l'amore, l'empatia, la connessione. Svaluta la materia in favore dell'idea. Nel momento in cui identifico il sesso e la pornografia come il Male, contrapposti all'amore come il Bene, sto creando una morale (o anche: una devianza contrapposta ad una norma).
Se vado a dire ad una pornostar che col suo lavoro rinsalda valori patriarcali, che non ha bisogno dell'approvazione dei maschi, che deve cercare l'amore, con questo stesso discorso sto creando una struttura gerarchica, le sto mettendo i piedi in testa, le sto dicendo che deve fare quello che voglio io. Riproduco in piccolo quelle dinamiche oppressive che a parole dico di voler combattere. Ti dipingo come sofferente per rifarmi su di te. Ti rovino la felicità.
La letteratura, la poesia, il teatro, il cinema, il cantautorato danno tanti esempi di uomini che mostrano il loro lato sensibile e vulnerabile. Il maschio virile è solo un modello, ma nella realtà c'è anche altro. Il patriarcato non ha mai represso le emozioni maschili, le ha sempre relegate a determinati spazi.
Gli uomini e le donne introiettano i valori dominanti senza saperlo. Non è che a scuola ti spiegano che la teoria darwiniana della selezione sessuale è una proiezione del corteggiamento borghese sulla natura. Vieni bombardato con l'idea che il maschio alpha se le scopa tutte, che in natura funziona così, e ti convinci che se non te le scopi tutte (perché non vuoi o non ci riesci) non vali nulla, non sei adatto a sopravvivere.
Non c'è nessun complotto, nessun voler nascondere a se stessi che il patriarcato opprime tutti. Nessuno si rende conto di nulla.