Congetture sull'origine del patriarcato

Nessuno studio che teorizza l'esistenza di una società orizzontale originaria modellata sul femminile riesce a spiegare in modo convincente come sia avvenuto il passaggio da questa società alla società patriarcale.

L'idea che il passaggio sia avvenuto con la scoperta della funzione dello sperma (l'uomo capisce che è parte attiva nel processo riproduttivo) non tiene conto del fatto che nelle società matriarcali contemporanee la funzione dello sperma è conosciuta, ma si continua a dare poca importanza alla figura del padre.

Se i capi si fossero imposti con la forza, sarebbe stato troppo facile ucciderli o mandarli via. Avrebbero dovuto passare la vita nel terrore, guardandosi le spalle.

Se si fossero imposti con l'inganno, come è possibile che sistematicamente non se ne sia accorto nessuno in nessuna parte del mondo?

CONGETTURA: Le gerarchie sono emerse dal basso.

I capi non si sono imposti: sono stati eletti.

La base della piramide sostiene il vertice. Il vertice non può schiacciare la base: non è abbastanza pesante.

Il capo riceve i privilegi in cambio della responsabilità di organizzare la società. E' anche il primo a fare una brutta fine se va storto qualcosa.

Non c'è stato nessun inganno, nessun lavaggio del cervello.

Il progresso tecnologico non basta a spiegare la divisione della società per genere e per classe.

Le gerarchie sono emerse dal desiderio di essere comandati in condizioni ostili. Chi sta in basso aliena sé stesso nella figura del leader carismatico in cambio dell'illusione della sicurezza. Il desiderio di trascendenza e di alienazione nasce dalla necessità di dover sopportare condizioni ambientali difficili.

In realtà il capo dipende dagli altri tanto quanto gli altri dipendono da lui. La dipendenza è sempre co-dipendenza.

CONGETTURA: I capetti sono sempre esistiti.

I capetti non vanno confusi con i capi. Possono esistere capetti anche in una società orizzontale. La differenza tra il capetto e il capo assoluto è che il primo non viene riconosciuto formalmente e non ha privilegi materiali. L'orizzontalità non implica l'uguaglianza assoluta (che non può esistere perché ogni persona è diversa). E' per questo che in un modo o nell'altro i capetti saltano sempre fuori, anche con le migliori intenzioni di partenza.

Il patriarcato non può essere apparso concettualmente dal matriarcato, se li intendiamo come mutualmente esclusivi e sequenziali. Altrimenti il matriarcato sarebbe solo una proiezione del paradiso nella preistoria. O il Giardino dell'Eden con un altro nome. L'albero e il rizoma come modelli compenetranti, in opposizione al dualismo orizzontale/verticale, sono più efficaci a comprendere le dinamiche del potere. Dovevano esistere gerarchie latenti anche prima che i capi venissero eletti.

L'idea che gli uomini abbiano assimilato il concetto di gerarchia osservando gli animali poggia su una proiezione della figura dell'etologo nella preistoria. Gli studi di etologia che teorizzano branchi di animali capeggiati dal maschio alpha sono proiezioni del patriarcato sulla natura. Insomma: ragionamento circolare. Ma quando David Mech confuta da solo il suo precedente studio sui lupi (che ha contribuito a rendere celebre l'espressione maschio alpha) dice una cosa interessante: la struttura gerarchica non si osserva nei lupi allo stato brado, ma solo in condizioni ostili create artificialmente.

Non esiste un bisogno innato di primeggiare sugli altri. La competizione emerge da un ambiente ostile. Si sceglie come capo la persona più adatta, per avere l'illusione di essere protetti e al sicuro.

Alcuni capetti potrebbero essere stati eletti capi assoluti quando si sono presentate certe condizioni ambientali (clima, scarsità di risorse, aumento della popolazione) e la necessità di riorganizzare la società attorno a queste condizioni materiali.

CONGETTURA: Le donne e gli uomini hanno partecipato in modo attivo alla creazione della loro stessa condizione di oppressione.

La concezione della società come permeata da un conflitto dicotomico è un'invenzione dei movimenti rivoluzionari della modernità (marxismo, femminismo, anarchismo). Riflettere sulle società patriarcali antiche (come quella greca) come se fosse sempre esistito un Noi opposto ad un Loro diventa fuorviante. Si interpreta il passato con categorie moderne.

Nella fattispecie: non si è sempre data tutta questa importanza al sesso, al genere, ai rapporti di coppia. Il sesso non ha sempre avuto un ruolo primario nella costruzione dell'identità. Non c'è sempre stato un Noi Donne all'interno del patriarcato. A dire: le donne non si sono sempre pensate come Uno. L'idea di una sorellanza tra oppresse l'ha portata il femminismo. Forse è la fratellanza cristiana trasposta al femminile (sono le suore a chiamarsi tra loro sorella).

Il patriarcato crea gerarchie non solo tra uomo e donna, ma anche tra uomo e uomo, tra donna e donna, e paradossalmente a volte anche tra donna e uomo! Una persona non è solo il suo sesso, ma anche e soprattutto la sua posizione (status) all'interno di queste gerarchie. L'unità è una cosa che si inventano gli oppressi per rendere sopportabile la loro condizione. La verità è che il sistema è tenuto in piedi da millenni praticamente da chiunque. Come potrebbe andare avanti la competizione tra maschi se dall'altra parte non arrivasse un qualche stimolo a continuare? Se metà della popolazione mondiale non lo volesse veramente, come farebbe il sistema a reggersi in piedi?

E' il femminile che è oppresso ovunque, non la donna.